giovedì 11 marzo 2010

Lombardia 2010: i programmi elettorali

Il programma elettorale, proprio perché si viene giudicati su ciò che si propone, è l’impegno del candidato, e di conseguenza della sua coalizione, nei confronti dell’elettore, il contratto che questi tre attori politici sottoscrivono al momento del voto. L’immagine delle coalizione che deve emergere dal programma, quindi, non deve essere quella di diffusore di buone novelle per accalappiare voti elettorali, ma di una costante presenza a fianco dell’elettorato, come interprete, nonché risolutore dei suoi problemi. Dal programma elettorale si capisce se un candidato vuole veramente essere interprete delle aspirazioni dei cittadini-elettori, portabandiera di progettualità, di sviluppo e di rigore economico, di rinnovamento, di certezze.
Un valido programma elettorale dovrà mirare a:

contenuti ed obiettivi mirati alla tipologia di elezione;
creazione di un rapporto con l’elettorato.

Non esiste un programma buono per tutti gli usi, in grado quindi di accontentare tutti, proprio perché alcune scelte richieste da parte degli elettori negano interessi di parte, richiedono la fine di taluni privilegi, implicano impostazioni e visione nuove. Nel programma elettorale un candidato deve mettere insieme un progetto di “casa politica” nella quale poter accogliere il proprio elettorato. Il successo di una competizione elettorale è dovuta da tante cose: il giusto messaggio, l’efficace utilizzo dei media, leader e candidati validi, tuttavia quello che non potrà mancare sarà il programma elettorale. La formazione del programma prevede come passaggi fondamentali la scelta degli obiettivi che si vogliono conseguire e quindi lo sviluppo delle idee portanti; l’osservanza di questo processo mette in grado il candidato di “mirare” il programma alle specifiche esigenze del mercato elettorale. La scelta degli obiettivi del programma è certamente uno dei problemi chiave nelle elezioni; questi obiettivi potranno essere generali e comuni, ma anche specifici, visto che la segmentazione elettorale prevede situazioni diversificate, bisogna che ad ognuna di essa vengano date risposte appropriate. I temi che invece debbono caratterizzare il programma elettorale dovranno al tempo stesso rinforzarne la sua attualità e validità e quindi assicurare alla campagna elettorale credibilità ed efficacia. Questi temi potranno essere segnalati nell’ambito di una serie di occasioni pre-elettorali, nonché più propriamente elettorali:

Ricerca del mercato politico-elettorale;
studio dei segmenti elettorali-obiettivo;
attualità.

Entriamo ora nel dettaglio dei programmi elettorali dei due maggiori principali candidati alla Presidenza della Regione Lombardia. La prima cosa che salta subito all’occhio appena entriamo nei rispettivi siti internet è che entrambi puntano sulla condivisione del programma elettorale, Penati: “Il programma condiviso con te”, Formigoni: “Costruiamo il programma”. Questa impostazione è sicuramente buona ma molto pericolosa; infatti un’impostazione del genere crea da una parte grande coinvolgimento e partecipazione degli elettori dall’altra anche tante aspettative e nel momento in cui i rispettivi staff non rispondessero alle proposte degli elettori o, ancora peggio, il futuro presidente non tenesse in considerazioni i tanti suggerimenti dei cittadini provocherebbe una grande delusione e una forte rabbia, creando così un malcontento difficile da risanare. In definitiva, buona l’idea ma ci vuole un’ottima organizzazione per gestirla.

PROGRAMMA ELETTORALI

Ottima la scelta di Filippo Penati e del suo staff nella scelta del merito e del metodo del suo programma elettorale. Sono 10 i punti toccati da Penati, un giusto numero, né troppo corto né troppo lungo (vi ricorderete tutti l’errata scelta fatta dall’Unione per le elezioni politiche del 2006 quando presentò un programma di 200 e più pagine). Ottima anche la scelta degli argomenti, tutti di strettissima attualità. È un programma che si riferisce non solo ai “classici” elettori di centrosinistra storicamente più sensibili a temi quali il lavoro, l’ambiente, ma anche proposte in merito al fisco per le imprese e la famiglia o l’idee in merito alla diminuzione della burocrazia. Insomma giusto cercare di rispondere al maggior numero di elettori, siano essi di centrosinistra o di centrodestra: per vincere non bastano solo i voti del proprio schieramento. Roberto Formigoni ha invece deciso di non pubblicare il suo programma elettorale sul suo sito internet (http://www.formigoni.it). Anche questa ovviamente è una decisione legittima dimostrando evidentemente che il programma elettorale non è uno strumento che possa fare la differenza in campagna elettorale. Sicuramente ci sono le sue proposte che si possono conoscere grazie alle sue dichiarazioni ufficiali, e questa sembra essere la sua strategia, soprattutto con il supporto dei nuovi strumenti comunicativi (you tube e social network), ma questo è diverso dalla stesura di un programma elettorale. Questo potrebbe essere interessante, nel senso che al posto di scrivere un programma che poi leggeranno in pochi, si utilizzano nuovi strumenti che vengono usati da molti per veicolare il messaggio. Probabilmente però sarebbe opportuno fare entrambe le cose: stipulare un programma elettorale, breve, incisivo e coerente e allo stesso tempo usare i nuovi mezzi di comunicazione per rafforzare il proprio concetto, cercando per esempio di offrire pillole e rimandando al programma per una proposta più precisa. Inoltre sempre nel suo sito internet è presente una sezione “discorsi” – in cui vengono presentate tutte le sue dichiarazioni, e citando anche le cose fatte da lui e dalla sua maggioranza: questa è una strategia che ritengo giusta in quanto è assolutamente opportuno impostare una campagna elettorale sulle cose fatte, soprattutto per un candidato che è da 15 anni alla Presidenza della Regione. Questa è una strategia comune al centrodestra infatti Silvio Berlusconi è sempre stato poco favorevole alla stesura di un programma elettorale. Non sono pochi coloro che affermano che il programma elettorale può risultare inutile per vincere, ma questo in teoria non dovrebbe giustificare la sua assenza.

Luca Checola

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