mercoledì 29 dicembre 2010

Anche il calcio cambia...e punta sulla comunicazione


Fino a qualche anno fa ciò che davvero contava nel calcio era trovare i calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti che riuscivano a vincere, creando così emozioni.
Oggi ovviamente questo non è cambiato, ma si è aggiunto un elemento altrettanto importante: riusciare a trovare le persone giuste che riescono a far sognare i tifosi. Questo quindi è un comportamento che accade prima di un campionato o di una coppa, succede all'inizio di queste competizioni e per riuscirce in questo straordinario e difficilissimo compito ci vogliono personalità che riescono a parlare al cuore, riescono a colpire, a far immedesimare i tifosi che si sentono così finalmente protagonisti.

I grandi Trapattoni e Nils Erik Liedholm, ma anche Eugenio Fascetti che nella loro storia hanno sicuramente vinto molto oggi si dovrebbero (forse) in difficoltà se si confrontassero con i Mourinho, Leonardo che al contrario dei loro colleghi, colpiscono il cuore, utilizzano un linguaggio che colpisce i tifosi, rendendoli i veri protagonisti!

martedì 28 dicembre 2010

Leonardo: Professionista, traditore o solamente comunista?


Leonardo è ufficialmente il nuovo allenatore dell'Inter e ancora una volta il calcio viaggia in strettissimo rapporto con la politica.
Leonardo infatti è stato un grande giocatore del Milan prima e dirigente e allenatore dopo; ma anche uno dei pochi che ha criticato alcuni atteggiamenti del Presidente (del Milan) Silvio Berlusconi. Questo in realtà era già accaduto con Alberto Zaccheroni, che sicuramente però non ha la stessa storia di Leonardo, ma il risultato è stato abbastanza simile: "fuori dall'azienda Milan".

A questo punto quindi come dovrebbere essere definito Leonardo in merito alla scelta di accasarsi ai cugini? Professionista, traditore o solamente comunista?

Questo si colleca molto bene a quello che spesso accade in politica, o meglio a chi lavora accanto al politico. Spesso infatti le persone che lavorano prima con un politico di un schiramento viene criticato perchè poi decide di mettersi in gioco accettando nuove sfide: scusate signori ma questo atteggiamento si chiama essere Professionista! Certo bisogna sempre comportarsi in modo etico ma allo stesso è giusto sottolineare la differenza tra professionista e tifoso, sia nel calcio sia in politica!

Luca Checola

giovedì 23 dicembre 2010

Scusate il silenzio

Carissimi lettori,
è con enorme umiltà che vi chiedo tremendamente scusa per il mio lungo e ingiustificato silenzio.

Una buona regola, forse la più importante, della comunicazione è proprio quella di non abbandonare mai un progetto a metà dell'opera: una assoluta cattiveria!
E' per questo che proprio in concomitanza della fine dell'anno e dell'inizio del 2011 che voglio promettermi ma soprattutto promettervi che questo piccolo ma (forse) prezioso blog tornerà a "vivere".

Questa mia convinta decisione è stata presa perchè sono sempre più convinto che oggigiorno riuscire a trovare qualcuno disposto ad ascoltarti sia praticamente impossibile, e quindi non posso assolutamente tradire coloro che in questi mesi con dedizione ascoltavano quello che avevo da dire!

In conclusione oltre alle scuse, mi sento anche in dovere ti ringraziare tutte quelle persone che in questi mesi hanno fatto sì che il blog tornasse finalmente ad essere attivo!

Un abbraccio affettuoso a tutti voi,
Luca

mercoledì 24 marzo 2010

INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DI FORZA ITALIA


Parlare di comunicazione di Forza Italia significa, prima di tutto, parlare della comunicazione di Silvio Berlusconi e, in secondo luogo, parlare essenzialmente – anche se non esclusivamente – di comunicazione televisiva. Sin dalle origini, infatti, la comunicazione di partito ha avuto il suo punto di forza nell’uso che Berlusconi ha saputo fare del mezzo televisivo. Molto è stato scritto sul ruolo giocato dalla televisione nel promuovere e sostenere l’affermazione elettorale di Forza Italia nel 1994 e nel caratterizzare la campagna elettorale di quell’anno come la più mass-mediale mai svoltasi in Italia. Anche se l’impatto prodotto dalla televisione sull’orientamento delle scelte di voto non si presta con facilità a quantificazioni oggettive e condivise da parte degli studiosi di comunicazione e dei politologi,[1] è un dato di fatto che le elezioni del 1994 hanno segnato un punto di non ritorno, stabilendo un livello di “ingerenza” del mezzo televisivo nelle campagne elettorali italiane dal quale non ci si è più allontanati – nemmeno dopo l’introduzione della legge sulla par condicio.[2] L’entrata in scena di Forza Italia fu decisiva nel fare precipitare il cambiamento, anche se è difficile sostenere che esso non sarebbe avvenuto ugualmente, magari con maggior gradualità, in un contesto di accresciuta pervasività del sistema dei media all’interno della società italiana e di minore capacità dei partiti di utilizzare le proprie organizzazioni come reti di mobilitazione e propaganda. Il ricorso massiccio alla televisione come strumento di comunicazione politica è, peraltro, condiviso dai partiti di tutta Europa – senza parlare di quelli americani – che hanno fatto proprie da tempo le logiche della comunicazione mediale (spettacolarizzazione, semplificazione, leaderizzazione).

Se, per alcuni versi, la comparsa di Forza Italia ha rappresentato una “modernizzazione” della comunicazione politica italiana, essa ha anche rappresentato un nuovo modello di rapporto fra i media e le organizzazioni partitiche.

Nel 1994 la comunicazione di Silvio Berlusconi supplì alla mancanza di organizzazione di Forza Italia e, in un certo senso, l’intera “operazione Forza Italia” può essere qualificata come un’operazione di comunicazione. La potenza del fenomeno comunicativo che ne segnò l’origine diffuse all’interno del movimento berlusconiano l’idea che nella raccolta del consenso i network televisivi potessero supplire ai network organizzativi, che le reti virtuali della comunicazione assorbissero il bisogno di reti territoriali compiutamente e classicamente “di partito”. Lo sviluppo dell’organizzazione di Forza Italia ha dovuto fare i conti anche con questo atteggiamento culturale che, in una certa misura, sopravvive ancora oggi, nonostante abbia progressivamente fatto breccia all’interno del gruppo dirigente la consapevolezza della necessità di declinare il messaggio politico anche attraverso strutture organizzative di partito.

Un’analisi approfondita della comunicazione televisiva di Forza Italia e di Silvio Berlusconi potrebbe essere l’oggetto di un volume monografico a parte. Gli strumenti della comunicazione di Forza Italia, tuttavia, non si esauriscono con la televisione. La cartellonistica, ad esempio, è stata impiegata in numerose occasioni, sin dalle origini: i primi manifesti furono affissi nel dicembre 1993 per invitare i cittadini a “scendere in campo” fondando un club Forza Italia; seguirono poi i manifesti elettorali, quelli pubblicizzanti le manifestazioni del partito, le campagne adesioni, il congresso nazionale, i congressi delle associazioni interne e la possibilità di diventare rappresentanti di lista. Per un uso estensivo della cartellonistica da parte di Forza Italia si è dovuto però attendere l’autunno 2000, quando una serie di maxi poster, uniformi nello stile e centrati sulla fotografia del volto di Berlusconi, tappezzarono le città italiane sintetizzando in slogan immediati i punti principali del programma del partito in vista delle elezioni della primavera successiva. Si trattò di una campagna di affissioni massiccia, che durò nove mesi e che fu particolarmente efficace nell’attirare l’interesse della gente (anche in forma satirica) e nel condizionare la risposta comunicativa dell’avversario di Berlusconi, Francesco Rutelli, che dal gennaio 2001 lanciò una campagna di manifesti centrati sulla propria immagine partendo proprio da uno dei temi centrali della campagna berlusconiana – la sicurezza.

Strumento efficace di comunicazione è diventato nel tempo anche il sito web del partito (forza-italia.it).[3] Lanciato nel febbraio del 1995 e curato da Antonio Palmieri, il sito è passato attraverso alcune revisioni che ne hanno progressivamente migliorato i servizi offerti, rendendolo più interattivo (soprattutto nelle parti che stimolano i visitatori “a dire la propria” sugli eventi politici), più informativo (gli aggiornamenti sono quotidiani), più “mobilitante” (ogni documento, ad esempio, può essere “spedito ad un amico”) e più ricco di sezioni tematiche, che coprono tutte le attività di Forza Italia dal livello dell’Europarlamento a quello dei coordinamenti e degli enti locali. Il sito ha sempre dedicato particolare spazio ai discorsi ed alle interviste rilasciate da Berlusconi e ha pubblicato interamente i suoi due libri, il primo dei quali (L’Italia che ho in mente) è stato “scaricato” da oltre 40.000 visitatori. Forza Italia ha inoltre attivato da alcuni anni una newsletter telematica di informazione politica (“Contatto”, che a fine 2000 veniva inviata via e-mail a 15.000 simpatizzanti) ed una intranet di partito (“Azzurranet”), messa a disposizione dei dirigenti di Forza Italia e di tutti i candidati della Casa della Libertà in occasione delle elezioni politiche del 2001, contenente servizi utili alla campagna elettorale – come i format per i manifesti, un argomentario dei temi da utilizzare e una sintetica rassegna stampa commentata. Molti eletti – e candidati- di Forza Italia, inoltre, hanno aperto siti web personali e lo stesso hanno fatto gruppi consiliari, coordinamenti locali e singoli club.

Forza Italia, a differenza della maggioranza dei partiti italiani, non ha mai mostrato l’intenzione di voler ricorrere al più classico degli strumenti di informazione e comunicazione dei partiti politici, il giornale di partito – per il quale esistono, peraltro, finanziamenti pubblici. Ha però sempre potuto contare sulla vicinanza ideologica di alcuni quotidiani nazionali, quali “Il Giornale”, di proprietà di Paolo Berlusconi, “L’Opinione”, ex organo di stampa del Pli, “Il Giorno”, “La Nazione” e il “Resto del Carlino”, tutti e tre della casa editrice MonRif, partecipata da Mondadori, “Libero” e “Il Foglio”, diretto da Giuliano Ferrara, spesso, peraltro, pungente verso il leader e la linea di Forza Italia. Vicina alla linea politica espressa da Berlusconi è anche la rivista “Panorama”. All’interno di Forza Italia si contano numerose newsletter pubblicate a livello locale da club, gruppi consiliari e coordinamenti territoriali, ma si tratta in genere di pubblicazioni irregolari, con una circolazione limitata e, spesso, una vita breve. L’unica iniziativa di rilievo è “Linea Azzurra”, una newsletter trimestrale curata dal coordinamento nazionale di Forza Italia che dal gennaio 2000 è inviata a tutti gli iscritti.

A completare il quadro delle iniziative di comunicazione di Forza Italia, occorre ricordare le manifestazioni pubbliche, alle quali è sempre stato dato grande risalto mediatico. Le manifestazioni, spesso organizzate con i partiti alleati, si intensificarono a partire dal 1996 ed ebbero spesso al centro la protesta contro le politiche governative. Una delle iniziative di maggior successo fu probabilmente quella tenuta nell’ottobre 1998 in Piazza San Giovanni a Roma, luogo classico delle manifestazioni della sinistra: la grande affluenza alla manifestazioni dimostrò una inedita capacità del centro-destra di mobilitare la gente e di “rubare le piazze” alla sinistra. Svariate furono anche le manifestazioni organizzate nella stessa giornata e sullo stesso tema in varie città – spesso in tutti i capoluoghi di provincia – con collegamenti via satellite per la diretta del discorso di Berlusconi (uno degli esempi fu la manifestazione del 13 novembre 1997 contro l’IRAP). Dal 1999 in avanti le manifestazioni di Forza Italia persero presero parte del carattere di protesta (con l’eccezione della manifestazione contro la par condicio) e diventarono prevalentemente occasioni per presentare pubblicamente le posizioni programmatiche del partito: tipiche, in questo senso, furono manifestazioni tematiche denominate Tax Day (Verona, 27 maggio 1999) Security Day (Milano, 16 ottobre 1999), Labour Day (Napoli, 26 febbraio 2000), Sport Day (Roma, 7 marzo 2001), Social Day (Torino, 24 marzo 2001). Un’iniziativa di comunicazione a parte, fra le più spettacolari di Forza Italia, infine, fu certamente la “Azzurra”, la “nave della libertà” che dal 30 marzo all’8 aprile 2000 circumnavigò allegramente non solo l’Italia ma anche la legge sulla par condicio.

Luca Checola


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[1] Un calcolo del numero di elettori che la televisione avrebbe contribuito a spostare verso il centro-destra in occasione delle elezioni del 1994 è tentato da Ricolfi L. in Elezioni e mass media. Quanti voti ha spostato la televisione, in “Il Mulino”, 1994, n. 5, pp. 1031-1046

[2] Legge 22 febbraio 2000, n. 28 “Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 22 febbraio 2000

[3] Dal novembre 2008, data in cui è nato il Popolo della Libertà, composto da Forza Italia e Alleanza Nazionale, è cambiato in www.ilpopolodellalibertà.it

giovedì 11 marzo 2010

Lombardia 2010: i programmi elettorali

Il programma elettorale, proprio perché si viene giudicati su ciò che si propone, è l’impegno del candidato, e di conseguenza della sua coalizione, nei confronti dell’elettore, il contratto che questi tre attori politici sottoscrivono al momento del voto. L’immagine delle coalizione che deve emergere dal programma, quindi, non deve essere quella di diffusore di buone novelle per accalappiare voti elettorali, ma di una costante presenza a fianco dell’elettorato, come interprete, nonché risolutore dei suoi problemi. Dal programma elettorale si capisce se un candidato vuole veramente essere interprete delle aspirazioni dei cittadini-elettori, portabandiera di progettualità, di sviluppo e di rigore economico, di rinnovamento, di certezze.
Un valido programma elettorale dovrà mirare a:

contenuti ed obiettivi mirati alla tipologia di elezione;
creazione di un rapporto con l’elettorato.

Non esiste un programma buono per tutti gli usi, in grado quindi di accontentare tutti, proprio perché alcune scelte richieste da parte degli elettori negano interessi di parte, richiedono la fine di taluni privilegi, implicano impostazioni e visione nuove. Nel programma elettorale un candidato deve mettere insieme un progetto di “casa politica” nella quale poter accogliere il proprio elettorato. Il successo di una competizione elettorale è dovuta da tante cose: il giusto messaggio, l’efficace utilizzo dei media, leader e candidati validi, tuttavia quello che non potrà mancare sarà il programma elettorale. La formazione del programma prevede come passaggi fondamentali la scelta degli obiettivi che si vogliono conseguire e quindi lo sviluppo delle idee portanti; l’osservanza di questo processo mette in grado il candidato di “mirare” il programma alle specifiche esigenze del mercato elettorale. La scelta degli obiettivi del programma è certamente uno dei problemi chiave nelle elezioni; questi obiettivi potranno essere generali e comuni, ma anche specifici, visto che la segmentazione elettorale prevede situazioni diversificate, bisogna che ad ognuna di essa vengano date risposte appropriate. I temi che invece debbono caratterizzare il programma elettorale dovranno al tempo stesso rinforzarne la sua attualità e validità e quindi assicurare alla campagna elettorale credibilità ed efficacia. Questi temi potranno essere segnalati nell’ambito di una serie di occasioni pre-elettorali, nonché più propriamente elettorali:

Ricerca del mercato politico-elettorale;
studio dei segmenti elettorali-obiettivo;
attualità.

Entriamo ora nel dettaglio dei programmi elettorali dei due maggiori principali candidati alla Presidenza della Regione Lombardia. La prima cosa che salta subito all’occhio appena entriamo nei rispettivi siti internet è che entrambi puntano sulla condivisione del programma elettorale, Penati: “Il programma condiviso con te”, Formigoni: “Costruiamo il programma”. Questa impostazione è sicuramente buona ma molto pericolosa; infatti un’impostazione del genere crea da una parte grande coinvolgimento e partecipazione degli elettori dall’altra anche tante aspettative e nel momento in cui i rispettivi staff non rispondessero alle proposte degli elettori o, ancora peggio, il futuro presidente non tenesse in considerazioni i tanti suggerimenti dei cittadini provocherebbe una grande delusione e una forte rabbia, creando così un malcontento difficile da risanare. In definitiva, buona l’idea ma ci vuole un’ottima organizzazione per gestirla.

PROGRAMMA ELETTORALI

Ottima la scelta di Filippo Penati e del suo staff nella scelta del merito e del metodo del suo programma elettorale. Sono 10 i punti toccati da Penati, un giusto numero, né troppo corto né troppo lungo (vi ricorderete tutti l’errata scelta fatta dall’Unione per le elezioni politiche del 2006 quando presentò un programma di 200 e più pagine). Ottima anche la scelta degli argomenti, tutti di strettissima attualità. È un programma che si riferisce non solo ai “classici” elettori di centrosinistra storicamente più sensibili a temi quali il lavoro, l’ambiente, ma anche proposte in merito al fisco per le imprese e la famiglia o l’idee in merito alla diminuzione della burocrazia. Insomma giusto cercare di rispondere al maggior numero di elettori, siano essi di centrosinistra o di centrodestra: per vincere non bastano solo i voti del proprio schieramento. Roberto Formigoni ha invece deciso di non pubblicare il suo programma elettorale sul suo sito internet (http://www.formigoni.it). Anche questa ovviamente è una decisione legittima dimostrando evidentemente che il programma elettorale non è uno strumento che possa fare la differenza in campagna elettorale. Sicuramente ci sono le sue proposte che si possono conoscere grazie alle sue dichiarazioni ufficiali, e questa sembra essere la sua strategia, soprattutto con il supporto dei nuovi strumenti comunicativi (you tube e social network), ma questo è diverso dalla stesura di un programma elettorale. Questo potrebbe essere interessante, nel senso che al posto di scrivere un programma che poi leggeranno in pochi, si utilizzano nuovi strumenti che vengono usati da molti per veicolare il messaggio. Probabilmente però sarebbe opportuno fare entrambe le cose: stipulare un programma elettorale, breve, incisivo e coerente e allo stesso tempo usare i nuovi mezzi di comunicazione per rafforzare il proprio concetto, cercando per esempio di offrire pillole e rimandando al programma per una proposta più precisa. Inoltre sempre nel suo sito internet è presente una sezione “discorsi” – in cui vengono presentate tutte le sue dichiarazioni, e citando anche le cose fatte da lui e dalla sua maggioranza: questa è una strategia che ritengo giusta in quanto è assolutamente opportuno impostare una campagna elettorale sulle cose fatte, soprattutto per un candidato che è da 15 anni alla Presidenza della Regione. Questa è una strategia comune al centrodestra infatti Silvio Berlusconi è sempre stato poco favorevole alla stesura di un programma elettorale. Non sono pochi coloro che affermano che il programma elettorale può risultare inutile per vincere, ma questo in teoria non dovrebbe giustificare la sua assenza.

Luca Checola

lunedì 22 febbraio 2010

Stefano Maullu (Regione Lombardia-PdL)


Stefano Maullu dal luglio del 2008 ricopre la carica di Assessore alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale e in queste elezioni regionali si candida per il Consiglio Regionale della Lombardia con il Popolo della Libertà. Da qualche giorno per le vie di Milano si vedono i suoi manifesti elettorali. Onestamente devo ammettere che li ho trovati diversi dai manifesti degli altri candidati e per questo ho voluto approfondire la mia conoscenza in merito. Da una prima analisi penso che, per ora si stia dimostrando una campagna assolutamente efficace.



MANIFESTI ELETTORALI – LA FORZA DEL FARE

Per quanto riguarda i suoi manifesti elettorali, a differenza di (quasi) tutti gli altri candidati, Maullu ha ritenuto, secondo me giustamente, opportuno puntare molto di più sulla sua figura rispetto che sul simbolo del proprio partito di appartenenza (PdL), infatti non appaiono simboli di partito. È presente inoltre la sua immagine con abbigliamento “sobrio” per rendersi più familiare, “uomo-comune”, e un sorriso smagliante (che ricorda molto il suo leader “Berlusconi”). Punta su un messaggio breve ma incisivo (“la forza del fare”), anche qui riprende uno slogan che ricorda quello del Popolo della Libertà, quindi, anche se non esplicitamente, fa riferimento al suo elettorato, ma non solo. Per quanto riguarda i colori, ancora una volta non ci sono riferimento espliciti che possano ricordare subito la sua provenienza politica: insomma anche in questo caso c’è una personalizzazione del leader, o comunque del politico (cosa questa che è ben presente anche nei manifesti di Formigoni e Penati).



SITO INTERNET – WWW.MAULLU.IT

Stefano Maullu ha inoltre un proprio sito internet: “www.maullu.it”. Un elemento che davvero caratterizza un sito internet è il suo URL: vale a dire, il suo “indirizzo”, quella stringa che andiamo a scrivere nel nostro Browser per accedere alle pagine che desideriamo consultare. In questo caso per accedere al sito di Maullu bisogna digitare: “www.maullu.it”.

L’indirizzo credo sia assolutamente “centrato” e corretto, rispecchiando così la norma di Jakob Nielsen il quale afferma:

“Se gli utenti riescono a ricordare il vostro nome di dominio, possono quanto meno raggiungere la vostra home page”. L’URL riporta infatti solo il suo cognome (Maullu) in quanto penso che pochi si ricordino anche il suo nome (Stefano) e comunque ogni volta che parliamo dei politici in generale li chiamiamo (quasi) sempre solo con il loro cognome.

Graficamente la pagina è molto semplice ma efficace con il suo volto, il suo nome e cognome, il logo del partito di provenienza e il suo slogan bene in vista.

Ci soffermeremo adesso ad analizzare esclusivamente l’impostazione grafica e l’impaginazione. La pagina risulta compatta sia in verticale sia in orizzontale, non costringendo così il visitatore a uno scorrimento troppo prolungato e il layout rimane fisso per tutte le pagine presenti nel sito.

Per compiere poi l’analisi plastico-visiva, prendo spunto da quella che Piero Polidoro compie sui portali. Proprio come i portali informativi, infatti, anche il sito internet di Maullu, usa la metafora del “quotidiano” (inteso come pubblicazione), portando l’utente a fruire dei contenuti come se stesse leggendo, appunto, un quotidiano cartaceo.

In conclusione quindi si può stabilire “maullu.it” fornisce le tre funzionalità che secondo Jakob Nielsen non dovrebbero mai mancare in una buona home page. Sicuramente è presente una directory dei contenuti principali del sito. È posta infatti nella fascia superiore della pagina, poco sotto la grande “immagine-testata”. Risulta quasi automatico vederli, e consentono di raggiungere l’informazione desiderata in modo chiaro e veloce. Oltre a questo è sicuramente presente anche un sommario delle novità più importanti. Tutta la parte centrale della home page è totalmente incentrata sulle notizie e sugli articoli più recenti. Non è presente invece l’ultimo elemento, una funzione di ricerca. Questo funzione invece risulta molto utile soprattutto per chi visita il sito per la prima volta: possono accedervi infatti tutti coloro i quali abbiano necessità di fare una veloce ed efficace ricerca sul sito.

A livello “comunicativo”, dunque è sorprendente la quantità di strumenti utilizzati da Maullu. Vengono infatti utilizzati:

■i manifesti elettorali (il modo assolutamente efficace),
■il sito internet che riporta al suo interno (la possibilità di ricevere newsletter, video, la possibilità di inviare sms, rassegna stampa, social network con una propria pagina su facebook, flickr…
Insomma tutto ciò che si poteva utilizzare è stato preso in considerazione. Ovviamente oltre che utilizzare questi strumenti, bisogna farlo in maniera professionale, e a me sembra che questo stia avvenendo.

Luca Checola

lunedì 8 febbraio 2010

NIKI VENDOLA (Puglia-centrosx)


Non c’è che dire Niki Vendola e il suo staff sono davvero molto bravi. I motivi, come vedremo sono molti, ma il più importante penso sia la logica che caratterizza la sua campagna elettorale: informare e ribadire il lavoro che in questi cinque anni di governo lui e la sua maggioranza sono riusciti a fare; in più, anche questa volta, come accaduto già per le scorse elezioni regionali, la campagna elettorale che hanno “costruito” penso sia davvero molto molto efficace. Si cerca nuovamente di usare, in positivo, una critica che gli avversari di Vendola gli fanno: essere un parolaio, incantatore. E quando vogliono esagerare, poeta, come se fosse un insulto. E allora, per questa campagna, hanno scelto provocatoriamente proprio la poesia. E hanno coniato gli slogan in forma di mini filastrocche composte da due ottonari in rima baciata. Ognuna di esse racconta un fatto importante della giunta Vendola. Ma accanto alla filastrocca, ben evidenziato, c’è sempre un dato concreto, che completa e perfeziona l’informazione.

La comunicazione si chiude con il nome Vendola, e la frase: La poesia è nei fatti.Insieme ai testi, appariranno su tutti gli strumenti di comunicazione, una serie di icone progettate appositamente per questa campagna. Ognuna di esse simboleggia un ambito d’intervento della giunta. Sono sicuramente manifesti con uno stile leggero, ma dal significato pesante. Allegra e seria allo stesso tempo, che possono capire bambini e anziani, intellettuali e operai. Perché le parole (e le poesie) anche e soprattutto quelle di un governatore, sono tanto più belle quanto più sono vere.

Questa è sicuramente una campagna diversa da quelle classiche: come possiamo notare infatti non appaiono simboli di partito, né i colori cercano di richiamarli; come dicevo è ben visibile il nome di “Vendola”. Ottimo è anche il sito internet (http://www.nichivendola.it) semplice, ma allo stesso tempo completo, infatti ci sono molte informazioni e si nota l’abilità nell’uso dei nuovi canali d’informazione (you tube, facebook, )…tutto condito, evidentemente dalle abilità linguistiche di Niki Vendola. L’unica cosa che si può fare in questi casi è fare sinceri complimenti a tutti coloro che hanno e stanno lavorando per questa “opera d’arte”. Complimenti sinceri.

giovedì 4 febbraio 2010

DOMENICO ZAMBETTI (Lombardia-PdL)


Domenica Zambetti è candidato come consigliere regionale in Lombardia con il PdL e penso di non sbagliare se dico che è stato uno dei primi a uscire con i suoi manifesti elettorali nella città di Milano: questo evidentemente significa un maggior dispendio economico ma anche, probabilmente, più visibilità. Entrando nel merito del manifesto, penso che sia molto efficace se l'obiettivo è quello di farsi conoscere (anche se comunqne ha già una buona popolarità essendo inoltre assessore regionale) ma si sa che in una competizione con le preferenza meglio essere ancora più visibile. E' un manifesto che punta poco sulle proposte o meglio, paradossalmente, il fatto stesso di scrivere tutte le sue priorità (ambiente, artigianato, famiglia, lavoro, sanità, scuola, sicurezza) può creare troppa confusione. Il mio voto però, come ho detto in precedenza, è molto positivo perchè punta sul "fare in modo che le persone si ricordino di lui" e questo è possibile perchè utilizza un'immagine originale nella politica ma che allo stesso tempo è già familiare a molte persone. Buono è anche il voto sul suo sito (http://zambetti2010.it/) in quanto utilizza in maniera efficace le nwe technology! Sotto questo punto di vista faccio sinceri complimenti a chi si occupa della sua comunicazione
Luca Checola

mercoledì 3 febbraio 2010

ROBERTO COTA (Lega Nord)


Ecco a voi anche i manifesti elettorali di Roberto Cota. Molto
classico, con il suo volto e il suo nome in primo piano. Ben visibili
anche i simboli dei due principali partiti che lo appoggiano (Lega Nord e PdL). Non
vengono prese in considerazioni le "battaglie classiche della Lega" (immigrazione, federalismo, sicurezza), questo probabilmente in quanto per vincere non basterà solo il loro “zoccolo duro”. Un altro motivo può essere rappresentato dal fatto che il suo staff vuole far emergere il "Roberto Cota-uomo di governo", (capogruppo Lega Nord alla Camera dei Deputati) quindi la persona.
Per quanto riguarda i colori, il verde, quello che maggiormente caratterizza il popolo leghista, è ripreso pochissimo, solo una piccola striscia in basso e il colletto del suo maglione, questo, può essere spiegato, per lo stesso motivo citato prima: per diventare Presidente della Regione Piemonte dovrà suscitare “simpatia” anche agli elettori che solitamente non votano Lega Nord. In più è risaputo che in Piemonte è, storicamente determinante il voto che si ottiene a Torino città, e nelle scorse elezioni, il centro-sinistra è riuscito ad ottenere più punti percentuali.

martedì 2 febbraio 2010

ROBERTO FORMIGONI (PdL)


Finalmente a Milano inziano a vedersi anche i manifesti elettorali di Roberto Formigoni.
Questo, onestamente, a me piace molto. Molto confidenziale, giovanile, con uno slogan sintetico che dà il senso di persona comune ("Roberto, uno di noi"). Si cerca di coinvolgere le persone nella stesura del programma ("Costruiamo insieme il programma). Non appaio simboli di partito, questo probabilmente in quanto Roberto Formigoni in Lombardia è molto conosciuto e stimato indipententemente alla sua posizione politica. Appare il suo sito internet, molto facile anche da ricordare ("www.formigoni.it") Addirittura non sembra neanche un manifesto politico ma una classica campagna pubblicitaria di un prodotto (in questo caso, evidentemente di una persona). E' davvero impressionante constatare quanto sia cambiata, negli ultimi anni, la comunicazione politica. Questo probabilmente dovuto anche al cambiamento della socità, infatti oggi agli elettori, soprattutto in una competizione locale e regionale, interessa di più chi sarà la persona che dovrà govrnare e come ci promette che farà finita la campagna elettorale, indipendentemente dalla sua posizione politica.
In definitiva il mio voto è: 8!
Luca Checola

lunedì 1 febbraio 2010

ELEZIONI REGIONALI 2010

Il 28 e 29 marzo si vota per rinnovare giunte e consigli di 13 regioni. In Lombardia e Veneto governa l’alleanza Pdl-Lega-UDC. Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Puglia e Calabria sono in mano del centrosinistra.

La legge elettorale vigente prevede l’elezione diretta del presidente della regione. Se al primo turno nessuno raggiunge la maggioranza assoluta, i primi due vanno al ballottaggio. E’ possibile il voto disgiunto lista-presidente.

I partiti stanno ancora sviluppando la strategia più congeniale per andare alle elezioni e in particolare il PD sta pensando di andare al voto alleandosi con UDC, italia dei Valori e sinistra e Libertà, mentre il Pdl deve ancora definire i rapporti di forza con il suo alleato Lega che vuole ad ogni costo il governo del Veneto, Piemonte e Lombardia.

Vediamo regione per regione quali saranno e come si svilupperanno le alleanze.

ELEZIONI REGIONALI VENETO - Il candidato scelto dal centrodestra e' il leghista e ministro dell'agricoltura Zaia mentre il centro sinistra nomina il segretario della Cgia Bortolussi come candidato a governatore. L'UDC schiera invece De Poli.

ELEZIONI REGIONALI PIEMONTE - Il Pd sceglie come candidato il presidente uscente del Piemonte, Mercedes Bresso, sostenuta anche dall'UDC. Anche se molti invocavano l’ingresso del sindaco di Torino Chiamparino. Il Pdl dall’altro versante ha nominato Roberto Cota in forza alla Lega.

ELEZIONI REGIONALI LOMBARDIA - Roberto Formigoni non e' messo in discussione, e a essere ricandidato per il centrodestra, nonostante la lega di Bossi faceva i nomi di Maroni o Giorgetti. Il centro sinistra invece dal suo latopresenta l’ex presidente della Provincia, Filippo Penati. Savino Tabacci potrebbe scendere in campo per l’UDC.

ELEZIONI REGIONALI LIGURIA - nessuna sorpresa per la ricandidatura dell’attuale presidente Claudio Burlando appoggiato anche dall'UDC , mentre il centrodestra sarebbe schiera Sandro Biasotti.

ELEZIONI REGIONALI EMILIA-ROMAGNA – Di nuovo per il centro sinistra la candidatura per la terza volta di Vasco Errani, mentre il centrodestra schiera Anna Maria Bernini. Invece per l'UDC propone Galletti.

ELEZIONI REGIONALI TOSCANA – Non riconfermato la terza volta invece Claudio Martini del Pd per cui può essere sostituito dal candidato Enrico Rossi. Il Pdl sostiene come nome invece, Monica Faenzi. Francesco Bosi e’ il candidato dell’Udc

ELEZIONI REGIONALI UMBRIA – Anche in questa regione si procedera' alle primarie per trovare il candidato ideale del PD rinunciando alla terza candidatura dell’uscente Rita Lorenzetti del partito democratico. Il centro destra candida Fiammetta Modena.

ELEZIONI REGIONALI MARCHE - Si schiera di nuovo il presidente uscente Gian Mario Spacca del centro sinistra, che spera in questo caso di allearsi anche con l’Udc. Contro di lui Erminio Marinelli del centro destra.

ELEZIONI REGIONALI LAZIO – Dopo una sofferta ricerca di un candidato di peso e' stata scelta Emma Bonino per il centro sinistra e la Renata Polverini del sindacato UGL, per il centrodestra. L’Udc è orientata a sostenere la candidata del centrodestra.

ELEZIONI REGIONALI CAMPANIA – Dopo aver deciso di non ricandidare il governatore Bassolino del PD. Il centrosinistra candida Vincenzo De Luca gia' sindaco di Salerno. Il Pdl ha deciso invece per Stefano Caldoro

ELEZIONI REGIONALI PUGLIA – Dopo le primarie tra Boccia sostenuto anche dall'UDC e il governatore Nichi Vendola e' stato eletto con grande differenza di voti (circa 70%) Nichi Vendola. Che ha comportato la rinuncia dell’alleanza con l’Udc. Il Pdl candida Rocco Palese, appoggiato dal ministro Fitto. Mentre l'UDC ha deciso di proporre Adriana Poli Bortone.

ELEZIONI REGIONALI BASILICATA - Per il centro sinistra si ricandida il governatore uscente Di Filippo insieme all'UDC. Il centrodestra candida invece Pagliuca.

ELEZIONI REGIONALI CALABRIA –Incerta anche la posizione del presidente uscente Agazio Loiero in quanto alcuni del Pd vorrebbe sostituirlo con Marco Minniti probabili le primarie. Il centrodestra mette in campo invece Giuseppe Scopelliti, sostenuto anche da UDC.

martedì 26 gennaio 2010

EMMATAR

Valutazione del video "Emmatar". Straordinaria scelta fatta dai Radicali:
punta sul un film attualissimo e di grandissimo successo;
usa in maniera ottima un messaggio che si concentra sui valori, cercando quindi di emozionare l'elettorale;
video serio ma che ha anche un pizzico, sano, di umorismo;
viene inquadrata la bandiera italiana, cercando anche qui di puntare su un valore solido e consolidato (per la stragrande maggioranza degli elettori italiani);
elenca tutte le battaglie vinte dai Radicali negli anni;
critica pesantemente Berlusconi ma in maniera sottili e implicita;
rappresenta la situazione italiana in maniera (quasi) drammatica e quindi cerca di comunicare l'urgenza e la necessità di cambiare questa situazione. In questo caso si vuole comunicare la grande attenzione che si dà agli elettori, unici possibili protagonisti per risolvere una, secondo loro, società disastrosa.
Giudizio positivo.
Complimenti sinceri a chi ha realizzato questo video
PS Ecco il link per guardare il video Emmatar (http://www.youtube.com/watch?v=1UhUuajJq3I)
Luca Checola

giovedì 21 gennaio 2010

MANIFESTI ELETTORALI DI FILIPPO PENATI




Dopo aver analizzato il manifesto del Partito Democratico (E' tempo di cambiare) oggi cerco di occuparti di quelli specificatamente di Filippo Penati. Qui penso che la situazione cambia completamente, infatti, come si vede, Penati ha deciso di puntare molto sulla sua persona, visto che è molto apprezzato in Lombardia anche dagli elettori di centro-destra. Inoltre la foto di Penati è molto rassicuranti, lo vediamo infatti sorridente e "semplice" che compare come persona "normale" (molto interessante). Trovo quindi il manifesto piuttosto efficace. Chiaro, incisivo. Non è presente il logo PD, ma si riprendono i colori dei manifesti di partito. Infatti non sembra esservi una sovrapposizione tra i due messaggi. L'unico colore nuovo è il blu... ma non stona e si sposa bene con il resto.Giusto quindi, anche la scelta dei colori: sfondo bianco per mettere in luce ancora meglio la figura di Penati vestito in blu, quindi la sua figura risalta molto, la scritta (Presidente) in verde, colore di speranza. Poco rosso, forse per non far pensare alla sinistra e il blu, che si abbina molto bene ai colori presenti nel manifesto.
Buona la foto di Penati. un'immagine in movimento, una falcata,la mano in tasca per indicare la confidenzialità con il suo elettorato, un bel sorriso. Equilibrata direi.
Mesaggio positivo, trasmette concretezza. Poche parole, ma buone, Poche informazioni, ma quelle utili.
In definitiva, sono assolutamente convinto che questo manifesto di Filippo Penati sia a livello comunicativo molto efficace che vuole puntare in modo straordinario sulla sua grande figura.
Luca Checola

martedì 19 gennaio 2010

CAMPAGNA ELETTORALE PENATI


Anche oggi continuo con l’analisi del manifesto di Penati. Valutando in modo ancora più preciso penso che emergano altri contraddizioni ed errori. Penati con questo simbolo, oltre ad essere poco chiaro, come già detto ieri, fa emergere diverse contraddizioni:
1) il tema automobilistico d’alta gamma (sei marce), che di per sé sottolinea la disattenzione di Penati per le tematiche ambientali, le sue (inutili) strizzate d’occhio alla destra dei SUV , che difficilmente lo voteranno, il rifiuto netto di ogni ipotesi di collaborazione con sinistra e verdi.
2) la realizzazione, casereccia e scadente, con l’ipotetica marcia in più (sarebbe Penati) collocata dove a logica dovrebbe esserci la retromarcia (ma è chiaro che i grafici genuflessi non avrebbero mai messo Penati nel posto giusto, in basso, sotto la quinta). Freudiano? Forse. Fatto sta che un’auto con un selettore del cambio come quello è destinata a schiantarsi alla prima curva per una scalata “sesta-retro”.
3) Lo slogan “è tempo di cambiare” è poco efficace, visto che il PD presenta Penati come cambiamento. Penati dà l’impressione di essere il cambiamento in quanto ha già avuto cariche elettive (Presidente di Provincia). Per i cittadini lombardi Penati non rappresenta il “cambiamento” più di quanto lo rappresenti Formigoni. Questa poteva essere una buona strategia nel caso in cui ci fosse stata davvero una persona “nuova”.
Dopo queste riflessioni ed analisi mi chiedo: “Ma quali sono i valori che il PD vuole mettere in campo?” E ancora: “Perché un elettore dovrebbe votare PD e non Formigoni?” Solo per un cambiamento…onestamente mi sembra un po’ pochino
Luca Checola

lunedì 18 gennaio 2010

ANALISI CAMPAGNA ELETTORALE REGIONALI 2010


Regionali 2010, Lombardia. Da oggi, per tutta la durata della campagna elettorale, cercherò di analizzare professionalmente la campagna elettorale di Penati e Formigoni per la presidenza del Consiglio Regionale della Lombardia.
Inizio analizzando il manifesto elettorale che da qualche giorni si vede per le vie di Milano: "LOMBARDIA 2010: E' TEMPO DI CAMBIARE. PD CON PENATI". Bisogna per prima cosa dire che, per ora manifesti di Formigoni o comunque del PDL a Milano non se ne vedono: questo potrebbe significare che tra i due candidati colui che maggiormente si deve far conoscere è Penati.
Ora, osservando attentamente il manifesto prima citato e riportato anche qui sopra, penso che sia poco efficace a livello comunicativo. E' buono lo slogan: cercare di convincere i lombardi che dopo 15 anni con lo stesso Presidente è ora di cambiare, appunto come viene ripreso dallo slogan penso sia efficace, ma penso anche che sia poco comprensibile rifarsi all'immagine decisa per rafforzare il concetto: il cambio della marcia delle automobili. Questi sono cartelloni che, soprattutto a Milano, si leggono poco e molto velocemente, quindi le persone potrebbero non capire immediatamente. Interessante inoltre capire perchè il PD non voglia puntare sul candidato Penati (non appare infatti la sua immagine) pur essendo un candidato forte e tanto meno perchè hanno deciso di non puntare sul proprio simbolo: questo potrebbe essere sensato per le difficoltà del partito stesso. Concludendo penso che si possa puntare di più sul candidato Penati. Giusto puntare poco sul partito. Sarebbe molto giusto infine puntare sul cambiamento ma cercando di trovare un immagine più facile da capire.
Luca Checola

mercoledì 13 gennaio 2010

SINISTRA:PARLA DELLA CRISI ECONOMICA!


Anche se non ufficialmente, da alcuni giorni è ormai iniziata la campagna elettorale per le prossime elezioni regionali di marzo 2010. In alcune regioni non c'è ancora l'ufficialità dei candidati, delle alleanze ma qualcosa inizia a muoversi. E' così che ho iniziato anche io, con molto umiltà, ma alla stesso tempo, con grande passione, a "studiare" un pò quello che sta accadendo e, dopo essermi un pò documentato mi chiedo: qual è la strategia politica del centro-sinistra? Penso sia abbastanza lampante come l'agenda politica venga dettata sempre (o quasi) del centro-destra e più in particolare da Berlusconi e/o dalla Lega Nord: pensiamo alla sicurezza, agli ultmi avvenimenti che riguarda gli extracomunitari in Calabria, anche, perchè no, al tema delle alleanze e dei candidati, dove la PdL si sta dimostrando più avanti del Pd...e allora mi chiedo ancora con più insistenza: ma perchè almeno una volta l'agenda politica non viene imposta dal PD o dalla sinistra in generale? Io penso che l'argomento forte potrebbe essere assolutamente quello ECONOMICO!! Parlare della crisi e di quali ricette mettere in campo!!! E' evidente che la Pdl è in grandissime difficoltà su questo argomento: un giorno Berlusconi afferma che vuole abbassare le tasse, l'altro viene smentito da Tremonti e da Bonaiuti, poi, notizia di oggi è lo stesso Berlusconi che si è smentito ed ha invece affermato che non ci sono le condizioni per abbassare le tasse, e allora perchè la sinistra o il centro-sinistra non insiste su questo argomento. Sinistra vuoi vincere? Allora inizia a parlare di ECONOMIA!
Luca Checola

lunedì 11 gennaio 2010

Elezioni regionali 2010, Partito Democratico rischia di più

Sono tanti i motivi per cui le elezioni regionali di fine marzo sono importanti, per
certi versi addirittura decisive ai fini del modo con cui proseguirà la legislatura. Tre, in particolare. Primo: si tratta dell’ultima tornata elettorale prima delle politiche del 2013. Significa che per tre anni non si voterà più, ci sarà spazio solo per l’azione di governo e per la dialettica tra schieramenti e tra i partiti che li compongono. Dunque un lungo periodo da giocarsi all’insegno della politica tout court; una corposa maratona nella quale centro-destra e centro-sinistra saranno per così dire soli di fronte a sè stessi, costretti a presentarsi ai cittadini per quello che valgono ai fini di conquistarne il consenso e tagliare il traguardo più importante. Secondo, proprio perché sono l’ultima chiamata utile, le regionali disegneranno senza possibilità di altri appelli i rapporti di forza tra maggioranza e opposizioni. Pdl e Pd, in particolare, potranno e dovranno valutare se l’appeal presso l’elettorato cresce o declina, eventualmente aggiustando il tiro delle cose che non vanno con un adeguato lasso di tempo di fronte. Terzo, infine. Le regionali saranno il banco di prova di possibili esperimenti in fatto di alleanze: da consolidare o da rinnovare. Ed è chiaro che proprio il versante delle alleanze è quello più delicato per comprendere l’evoluzione e gli scenari futuri.

Per il centro-destra, si incrociano significativi elementi. La cassaforte del lombardo-veneto non è in discussione. Si tratta di capire se il pressing leghista che ha scalzato Galan e candidato Cota in Piemonte è in grado di confermare l’onda lunga del Carroccio. A fare da contraltare, ci sono le candidature ”finiane” in Calabria e nel Lazio. E’ evidente che il braccio di ferro tra ex An e Lega è uno dei tornanti più spinosi per la coalizione di governo e per Silvio Berlusconi soprattutto. Ma c’è anche un’altra partita, fondamentale. Dimostrare che il Pdl è in grado di espugnare anche le roccaforti della sinistra nel centro e nel Mezzogiorno: non più asse del Nord con qualche appendice, bensì vero partito nazionale, considerata anche la non esaltante situazione siciliana. Da questo punto di vista, Lazio e Campania rivestono una importanza strategica: strapparle al centro-sinistra non è una questione di guadagnare postazioni di rilievo. E’ l’essenza stessa della posta in palio.

Assai più complicata – per certi versi addirittura strutturale perchè coinvolge la complessiva tenuta del Pd – è la situazione nel centro-sinistra. C’è un problema di candidature come si evince da settimane (e il rilancio di Emma Bonino a Roma è foriero di nuove divaricazioni in seno ai Democratici), e c’è in particolare la questione delle alleanze, assai più vitale e intrigante che nella maggioranza. Il laboratorio pugliese è il più scabroso per sperimentare l’intesa con l’Udc e verificare se esistono i presupposti per eventualmente trasferirla anche a livello nazionale. Ma proprio in questa regione la sensazione è che il gioco sia sfuggito di mano. La contrapposizione tra Vendola e Boccia minaccia di essere letale, mentre i centristi stanno a guardare sempre più sconcertati. Al dunque tutto si gioca tra Lazio, Campania e Puglia. Se il centro-destra dovesse prevalere in almeno due di queste regioni, il Pd e il suo nuovo segretario finirebbero nell’occhio del ciclone. Con esiti che sarebbero devastanti. di Carlo Fusi Il Mattino

sabato 9 gennaio 2010

MA NON SI POTEVA INIZIARE PRIMA!??!!

Ciao a tutti,
leggete questo interessante articolo pubblicato su http://espresso.repubblica.it/dettaglio/regionali-2010:-il-pd-ha-gia-perso/2118377/8: "Regionali 2010. Il PD ha già perso? E' stato pubblicato il 29 dicembre 2009. Lo trovo assolutamente interessante in quanto mi è servito per pormi alcune domande; e sopratuttto: "Ma perchè il PD non ha deciso di organizzarsi molto prima?" e anche: "Cosa ha avuto da fare in tutti questi mesi?" Questa non vuole essere assolutamente una critica "ideologica" anzi, ma si basa proprio sulla logica, ovvero tutti sanno che le regionali sono assolutamente un appuntamento (forse) decisivo per le sorti del segretario Bersani e per il PD e allora perchè non preparare questo appuntamento in modo assolutamente perfetto (o quasi). E' da quando è stato scelto Bersani che il PD si interroga sul "problema" delle alleanze e penso che non abbia ancora trovato la strada giusta...
E' per tutto questo e molto altro che ogni giorno che passa sono sempre più convinto che in Italia servano veri e importanti CONSULENTI POLITICI!!!! Speriamo bene...
Vi riporto l'articolo

Mentre i candidati del Pdl fanno campagna elettorale, nel centrosinistra si litiga furiosamente. Intanto i primi sondaggi sono catastrofici. E la segreteria Bersani rischia una bocciatura al primo esame

Massimo D'Alema l'aveva detto: basta con i leader improvvisati, pieni di ideali ma poveri di capacità, bisogna tornare ai professionisti della politica. Quelli che sanno cucire alleanze, muovere le pedine nei corridoi, stabilire intese per arrivare al 51 per cento dei consensi.

Detto fatto, alla segreteria del Pd è arrivato Bersani, che aveva spiegato agli elettori Pd - durante il confronto con Franceschini e Marino - che «il più antiberlusconiano è quello che manderà a casa il Cavaliere, non quello che gli urla contro di più».

Tutto molto bello, in teoria. Peccato che al primo scoglio politico serio - le elezioni regionale della primavera prossima - il Pd si stia avvicinando come un'armata Brancaleone.

Nel Lazio, mentre la Polverini ha già tappezzato le città con i suoi manifesti - non si riesce neppure a trovare un candidato: scartata l'ipotesi Zingaretti, esclusa l'idea Melandri, si rischia di arrivare alle elezioni con un rappresentante di bandiera ignoto ai più, Esterino Montino: l'ex assessore comunale che sta facendo il "reggente" da quando Piero Marrazzo si è dimesso. L'Italia dei Valori però insiste per provare con la Serracchiani, mentre alla base del centrosinistra si chiede di fare delle primarie di coalizione, nella speranza di arrivare a un candidato più "alto" (come potrebbe essere Emma Bonino). La Polverini intanto ha incassato l'appoggio dell'Udc di Casini, che potrebbe rivelarsi determinante.

In Lombardia la partita è chiusa in partenza. Formigoni si ricandida, ha l'appoggio dei suoi e dell'Udc, e vincerà a mani basse, forse contro Penati. Anche il Veneto è destinato al centrodestra, con il ministro Zaia già in campagna elettorale mentre il centrosinistra non ha ancora un candidato. In Piemonte il candidato di centrosinistra c'è (è l'uscente Mercedes Bresso) che ha ottenuto l'appoggio di Casini, ma il centrodestra con il leghista Roberto Cota rischia di fare il colpaccio. Così come in Liguria, altra regione che il centrosinistra rischia di perdere (anche se l'uscente Burlando si è assicurato i voti di Casini). In Puglia si sa come stanno andando le cose, con Nichi Vendola fatto fuori dalle nomenclature dei partiti e il caos che regna sulla candidatura Emiliano. Ancora più drammatica è la situazione in Campania, dove l'eredità lasciata da Bassolino sta dando i suoi frutti in termini di consenso al Pdl.


Insomma, secondo i sondaggi il Pd può contare solo quattro regioni sicure: Emilia, Toscana, Umbria e Marche. Mentre Liguria, Piemonte, Basilicata, Puglia e Calabria sono considerate incerte (ma solo nelle prime due le speranze appaiono più fondate) . Già date per perse la Campania e la regione Lazio. Inutile perfino competere in Lombardia e Veneto.

Insomma, nel caso migliore il centrosinistra perderebbe 7-6, nel caso peggiore 9 a 4. Uno scenario, quest'ultimo, che fa venire i brividi alla schiena ai maggiorenti del Pd, che sarebbe ridotto a un partito appenninico. E per Bersani il primo esame sarebbe una bocciatura completa.

Ma prima del voto ci sono ancora tre mesi (si andrà alle urne il 27 e il 28 marzo) e tutto, forse, potrebbe cambiare: specie in un paese come l'Italia dove lo scenario politico è molto mobile. Che cosa ne pensi?

giovedì 7 gennaio 2010

LA POLVERINI SI AFFIDA AL "GURU" DI D'ALEMA CHE LA VESTE DI ROSSO

Vi riporto un'articolo "curioso" uscito su RomaToday oggi gioved' 7 gennaio a cura di Matteo Scarlino.


Regionali Lazio 2010: i manifesti in rosso di Renata Polverini
Con te, Renata Polverini presidente della Regione Lazio”. In camicia bianca e giacca rossa la candidata alle regionali del Pdl ha fatto il suo esordio sui muri della città, prestando il fianco a nuove critiche da parte de Il Giornale di Feltri che già nei giorni scorsi l'aveva definita un “Epifani in gonnella”.

In un articolo di oggi dal titolo “Polverini candidata in rosso”, il giornale della famiglia Berlusconi definisce la Polverini “garibaldina” e critica le sue prime scelte in campagna elettorale. Prima fra tutte la scelta dello spin doctor, il responsabile della comunicazione, ruolo per il quale il segretario dell'Ugl ha voluto Claudio Velardi, già guru di D'Alema, di cui è stato consigliere ricoprendo anche diverse cariche politiche regionali in Campania nelle file dei DS.

Velardi curerà la campagna elettorale con la società Reti spa di cui è fondatore e socio. Il quotidiano di Feltri riporta l'aneddoto secondo il quale lo stesso Velardi avrebbe proposto la Polverini come leader del centrosinistra, raccogliendo dalla platea del Pd applausi scroscianti. La scelta della Polverini in rosso sempre secondo Il Giornale punta a raccogliere consensi anche a sinistra.

A Feltri, oltre a non piacere il rosso, non piace neanche il nome del comitato elettorale della Polverini “Laboratorio Lazio” per la cui sede è stata scelta un'ex officina. Scelte queste definite “operaiste”.

L'articolo di Massimo Malpica si chiude con una difesa del direttore Feltri: “Di fronte a una trasversalità così sfrontata come potrebbero i dubbi di Feltri, da soli, danneggiare «tutto il Pdl»? Se sono rose, anche se rosse, fioriranno”.

mercoledì 6 gennaio 2010

ALLEANZE PD PER LE REGIONALI

Leggendo questo articolo pubblicato dal "Corriere del Merzzogiorno.it" (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/notizie/politica/2010/4-gennaio-2010/elezioni-regionali-rebus-alleanzeoggi-roma-vertice-pd-letta--1602240591723.shtml) mi sono chiesto: Ma il Partito Democratico sta lavorando assiduamente alla alleanze per le prossime elezioni regionali con quale scopo: VINCERE PER GOVERNARE O VINCERE PER MANTENERE IMPORTANTI E (FORSE) DETERMINANTI EQUILIBRI INTERNI AL PARTITO E LA LEADERSHIP DEL SEGRETARIO BERSANI? Onestamente penso non ci sia nulla di grave se la risposta fosse la seconda, ma qualche ulteriore quesito potremmo porcelo...ma per ora vediamo come va a finire...
Luca Checola

lunedì 4 gennaio 2010

IO CI CREDO!!

Un giorno ciò varrà anche per la POLITICA?!?!? Io CI CREDO!!
Vi segnalo il link: http://www.youtube.com/watch?v=wxy7wEROUFE

INIZIAMO...

Ciao a tutti,
con l'anno nuovo è arrivata anche l'ora di occuparci seriamente di COMUNICAZIONE E CONSULENZA POLITICA. Per far ciò, ho deciso, di far nascere questo blog. Spero che le persone che potranno aderire a questa iniziativa siano tante: non serve essere esperti in materia, di sinistra, di destra o di centro, serve solo che ognuno in modo democratico esprima la propria opinione!!
VI ASPETTO NUMEROSI